Intervista allo pneumologo Dr. Zaffalon sulla bronchite cronica, patologia che colpisce molti fumatori
Colpisce la popolazione dopo i 45/50 anni di età ed è più frequente nei soggetti tabagisti in quanto il fumo ne è la causa prevalente: scopri di più sulla BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), meglio nota come bronchite cronica.
Leggi l’intervista al Dr. Zaffalon, Pneumologo e Responsabile del Centro Anti-fumo di LILT Biella:
Un termine strano: BPCO. Quando si parla della meglio nota “Bronchite Cronica”, di che cosa si tratta?
“La BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) è una delle malattie respiratorie più frequenti nella popolazione dopo i 45/50 anni specie nei soggetti tabagisti in quanto il fumo ne è la causa prevalente. Per sviluppare la malattia occorrono dai 20 ai 30 anni di abitudine tabagica, anche se casi di BPCO non sono infrequenti in individui con esposizione professionale a polveri, fumi o gas che possono contribuire alla sua genesi.”
Quali sono i sintomi della bronchite cronica? E l’evoluzione?
“I primi segni clinici consistono nella comparsa di tosse dapprima secca e in seguito produttiva (catarro) al mattino al risveglio, con accessi tussigeni anche durante il giorno e alla sera coricandosi. Spesso il paziente lamenta anche difficoltà di respiro (dispnea) specie sotto sforzo, e può andare incontro a riacutizzazioni caratterizzate da aumento dell’escreato. Questo può assumere caratteristiche purulente, talvolta con febbre e peggioramento della dispnea per cui si rende necessario l’uso di antibiotici oltre che di altri presidi respiratori.
La malattia peggiora lentamente negli anni potendo giungere fino all’insufficienza respiratoria conclamata con necessità di ossigenoterapia e conseguente inabilità. Inoltre, la BPCO si associa a malattie cardiovascolari e metaboliche peggiorandone la gravità. Purtroppo non è infrequente l’insorgenza del tumore al polmone.”
Cosa fare in caso di bronchite cronica?
“Nel caso in cui siano presenti alcuni sintomi, una corretta diagnosi e stadiazione permettono al medico di impostare la terapia adeguata atta a ridurre la sintomatologia e a rallentarne la progressione.
La lotta al tabagismo rappresenta il primum movens nella prevenzione: è fondamentale che i fumatori vengano aiutati nello smettere di fumare mettendo loro a disposizione i Centri Antifumo affinché la dipendenza fisica, ma anche quella psicologica, possano essere vinte. L’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) e le maggiori società scientifiche stanno sviluppando piani contro il tabagismo e cercando di sensibilizzare la classe medica al fine di diagnosticare precocemente la malattia onde poterla curare correttamente limitandone gli effetti sul paziente nel tempo.”
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