Cancro alla prostata e diagnosi precoce

Tumore alla prostata

Cancro alla prostata: l’importanza della diagnosi precoce nella sopravvivenza.

Scopri di più sui metodi di diagnosi precoce del tumore alla prostata che ha superato come incidenza il tumore al polmone nel sesso maschile, fino a qualche anno fa la prima neoplasia in assoluto che colpiva gli uomini.

Tumore alla prostata: ha superato come incidenza il tumore al polmone nel sesso machile

Non è semplice parlare di prevenzione del cancro alla prostata, proprio per la particolare evoluzione di questa malattia che c’è stata nel corso degli anni. Innanzitutto, va detto che il tumore alla prostata ha superato come incidenza il tumore al polmone nel sesso maschile, fino a qualche anno fa la prima neoplasia in assoluto che colpiva gli uomini.

Cancro alla prostata: frequenti sia incidenza che benignità

Quello che caratterizza maggiormente il cancro alla prostata non è solo l’incidenza decisamente frequente, ma anche la relativa benignità. Ovvero è elevato il numero di coloro che si ammalano di tumore alla prostata ma nel contempo è piuttosto raro morire di questa malattia.

Diagnosi precoce con il dosaggio del PSA

La diagnosi precoce del carcinoma prostatico avviene generalmente grazie al dosaggio del PSA tramite un banale esame del sangue, il più delle volte eseguito casualmente. Ora il PSA è presente naturalmente nel corpo umano con valori in genere al di sotto dei 4 ng/ml, ma talvolta questi valori possono innalzarsi, magari per una semplice infiammazione della prostata oppure per un aumento di volume della ghiandola dato dall’invecchiamento.

Il prelievo istologico

Questo è solo uno dei problemi. Un innalzamento del PSA genera il sospetto di un tumore alla prostata, ma la certezza che il tumore ci sia o che non ci sia è data solo da un prelievo istologico. Quindi, in seguito ad un sospetto si procede con farmaci antiinfiammatori che cercano di abbassare il PSA oppure antibiotici, ma se il PSA non scende la biopsia diventa mandatoria.

Diversi tipi di neoplasie

Bene, il 64% delle biopsie sono negative e non risulta perciò nessuna presenza di tumore. Ma nel 36% dei casi il tumore c’è e allora bisogna decidere cosa fare; buona parte dei carcinomi prostatici sono indolenti, ovvero non daranno mai problemi ma una parte può portare alla morte il paziente. Discriminare tra i vari tipi di neoplasia prostatica tra quella più aggressiva e quella indolente non è agevole ed al momento non abbiamo nessuna arma che ci permetta di farlo.

Diagnosi e cura

Disponiamo però di alcune informazioni che ci fornisce l’esame istologico, ovvero la percentuale di frustoli positivi ottenuti dalla biopsia del paziente, la quantità di tessuto tumorale presente in ogni frustolo, le dimensioni del tumore ricavate dall’esame clinico e da un eventuale risonanza magnetica ed il PSA rilevato all’esordio della malattia. Se tutti i parametri sono bassi è più probabile che si tratti di una malattia indolente ed il paziente è bene che venga introdotto in un protocollo di sorveglianza attiva. Negli altri casi è necessario intraprendere delle cure; le terapie efficaci nella cura del carcinoma prostatico sono la radioterapia e la chirurgia. La scelta va fatta tenendo conto fondamentalmente delle complicanze di entrambi i trattamenti.

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