• Home
  • News
  • LILT Biella e l’Hospice l’Orsa Maggiore al XXIII Congresso Nazionale della SICP

LILT Biella e l’Hospice l’Orsa Maggiore al XXIII Congresso Nazionale della SICP

XXIII congresso Nazionale SICP

Nei giorni 16-19 Novembre 2016 si è svolto a Roma il XXIII Congresso Nazionale della SICP.

Nei giorni 16-19 Novembre 2016 si è svolto a Roma il XXIII Congresso Nazionale della SICP. Tema di quest’anno: “il Tempo delle Cure Palliative”. Presenti anche LILT Biella e l’Hospice l’Orsa Maggiore, scopri i progetti presentati dai professionisti di LILT Biella e dell’Hospice sul tema “IL Tempo delle Cure Palliative” del  Congresso SICP.

Il Tempo delle Cure Palliative

La SICP è l’unica Società Scientifica che rappresenta nel nostro Paese tutti i professionisti che operano nelle Cure Palliative e conta ormai quasi 3.000 Soci: medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc. La SICP, fra l’altro, ha festeggiato quest’anno i suoi primi trent’anni di attività: la sua Sede è a Milano, ma sono operative Sedi regionali in tutte le Regioni italiane. Il Fil Rouge scelto per il Congresso Nazionale di Roma è stato “il tempo delle Cure Palliative”.

“Il tempo ha sempre avuto una grande importanza nella pratica quotidiana delle Cure Palliative: controllare in breve tempo i sintomi causa di sofferenza per cercare di migliorare la qualità di vita dei malati, cercare di stimare il tempo di sopravvivenza per identificare i malati che si avvicinano alla fine della vita e i loro bisogni, intervenire al tempo giusto e in modo coordinato con i diversi professionisti che lavorano nelle équipe di cura. Soprattutto comprendere il tempo giusto per attivare, in modo personalizzato, percorsi di cure palliative per tutte le persone che ne hanno bisogno, poiché la vita delle persone non trascorre al ritmo della bacchetta di un singolo direttore d’orchestra che scandisce un tempo universale ed uguale per ciascuno di noi.  Alla Cerimonia inaugurale hanno partecipato Dirigenti del Ministero della Salute e Rappresentanti delle Istituzioni (Parlamento, Regioni), fra i quali anche la Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, On. Emilia Grazia De Biasi.  Il Congresso della SICP di Roma ha visto la presenza di quasi 1400 partecipanti provenienti da tutte le Regioni italiane ed anche dalla vicina Svizzera. È stato sicuramente un grande successo scientifico ed organizzativo ed un momento di confronto e discussione importante per tutti coloro che lavorano in questo settore sanitario. Le Sessioni congressuali hanno avuto come oggetto aspetti clinici (gli strumenti per un ottimale controllo del dolore e degli altri sintomi fisici) ma anche aspetti psicologici, sociali, spirituali, organizzativi dei servizi. Infine, il Congresso di Roma è stata anche l’occasione per l’organizzazione della Assemblea elettiva del nuovo Presidente e del nuovo Consiglio Direttivo Nazionale della SICP: al nuovo Presidente Dr. Italo Penco vanno i miei più sinceri auguri di buon lavoro per il suo prossimo mandato quadriennale”. – Dott. Carlo Peruselli, medico palliativista, Presidente della Società Italiana Cure Palliative a cui è affidata la Direzione Scientifica dell’Hospice

Hospice l’Orsa Maggiore e Lilt Biella al Congresso: i progetti

L’Hospice l’Orsa Maggiore e LILT Biella hanno partecipato al Congresso con la presentazione di diversi poster e non solo, che sono stati accettati dal Comitato Scientifico e discussi con un riscontro particolarmente positivo in Sessioni dedicate nel Programma congressuale.

  • Progetto n1.: “Il Valore del tempo” – a cura di: dott.ssa Ambrosio Raffaella, medico responsabile dell’Hospice l’Orsa Maggiore e Chiara Belliero, responsabile comunicazione per LILT Biella – clicca qui scaricare >> 
    Il poster dal titolo Il valore del tempo analizza il tema del Tempo nelle Cure Palliative  partendo da una attenta analisi del lavoro svolto quotidianamente  in LILT e in Hospice.  LILT Biella (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) rappresenta il tempo della lotta per la VITA, l’Hospice L’Orsa Maggiore Buona rappresenta il tempo della ricerca della miglior qualità di VITA. Il valore del tempo dalla lotta alla ricerca attraversa tre momenti legati inesorabilmente tra loro (Kronos, Krisis, Kairos) dove bisogni, aspettative e speranze si plasmano scivolando a dimensioni sempre più intime. Tempo del Kronos. È per noi un tempo veloce e ritmato, è il tempo della lotta e del coraggio di una persona che dopo una visita di prevenzione scopre bruscamente di essere malata. Improvvisamente, il tempo cambia.  Inizia il tempo del coraggio e della sfida nei confronti della vita. È il tempo che passa veloce e che ti fa credere di non averne mai abbastanza.. ma è anche il tempo della lotta e del coraggio, è il tempo che vuoi recuperare per fare tutto  quello che prima non si era stati in grado di realizzare.  Tempo della Krisis. Il ritmo e la velocità del tempo precedente si interrompe bruscamente. Le terapie non sono più utili. Un granello alla volta si accetta il passaggio all’Essere persona che vede la fine di un cammino. Tempo del Kairos/ Tempo dell’Hospice. È il tempo senza tempo, dove la vita è centrata sui bisogni intimi  della persona. Un tempo lento e melodioso scandito dal respiro all’ultimo.
  • Progetto n.2: “Analisi del bisogno psicologico. Un intervento specialistico nell’équipe integrata nel hic e nunc delle cure palliative”  a cura di: Anna Porta, psicologa e psicoterapeuta dell’Hospice l’Orsa Maggiore di Biella e dei professionisti del Gruppo Geode: F. Azzetta, G. Bartocetti, C. Bert, G. Bianco, L. Buonaccorso, C. Danesini, I. Gasparini, L. Fiorina, L. Marchetti, M.P. Martinelli, C. Mauri, S. Soldi, G. Vacchini,  S. Varani, V. Vignola – clicca qui per scaricare>>
    “Questo lavoro prende avvio da una ricerca condotta in diversi Hospice su tutto il territorio nazionale dal Gruppo Geode ( Gruppo Geode ) a partire dal 2011. La ricerca nasce dal bisogno di comprendere e rendere comunicabile il lavoro dello psicologo in Cure Palliative, lavoro che in maniera imprescindibile si lega all’agire dell’equipe di cui lo psicologo è parte e con cui si confronta nell’attività quotidiana.  I vari Core Curricola che sono stati editati dalla SICP e dalla Fedcp e che sono seguiti alla legge 38/2010, conosciuta come legge sul dolore inutile, indicano come competenze trasversali irrinunciabili per tutte le figure operanti in CP, quelle relative alla comunicazione. Partendo da questo punto, il Gruppo Geode ha lavorato sulla definizione dello “Spazio Relazionale” ovvero tutte le competenze relazionali che è necessario vengano acquisite e utilizzate per garantire standard adeguati di assistenza nelle Cure Palliative. In base a quanto sopra il Gruppo Geode ha strutturato, con la collaborazione di Fondazione Floriani, una scheda di Valutazione e Osservazione del Bisogno PsicoSocioEducativo delle persone malate e delle loro famiglie, al fine di strutturare una presa in carico il più adeguata e tempestiva possibile da specifiche figure professionali impegnate nella gestione di una persona malata e della sua famiglia. L’utilizzo di questa scheda guida l’equipe nell’osservazione di specifiche aree che se risultano critiche possono rappresentare un segnale di allarme rispetto al benessere del paziente e dei suoi familiari o indicare possibili complicazioni nell’assistenza del paziente. Quando dall’osservazione dell’equipe emerge la necessita dell’intervento dello psicologo, questi procede alla valutazione partendo dalla rivalutazione di alcuni item, chiamati item di connessione, che sono stati precedentemente osservati da chi ha segnalato il caso. Il Gruppo Geode ha individuato alcune aree comuni a tutti gli orientamenti formativi, specifiche del lavoro dello psicologo in CP, che è importante vengano analizzate con l’obiettivo di diagnosticare il tipo di vissuto di perdita del paziente e il tipo di lutto che vive il familiare. Il processo di elaborazione del lutto, nella sua fase anticipatoria, prende avvio già nel momento della comunicazione dell’inguaribilità della persona, ed è quindi già osservabile durante il tempo dell’assistenza del paziente in struttura. In seguito alla valutazione lo psicologo provvederà a proporre al paziente il percorso per lui più indicato. In seguito alla valutazione lo psicologo può anche organizzare un intervento con l’equipe durante gli incontri settimanali o strutturare momenti formativi specifici per approfondire eventuali criticità e aiutare gli operatori a vedere altri elementi che non avevano colto, sempre con l’obiettivo della qualità dell’assistenza al paziente e alla famiglia”. – Anna Porta, psicologa e psicoterapeuta dell’Hospice l’Orsa Maggiore di Biella

“Gli operatori in Cure Palliative, indipendentemente dalla specificità professionale, per legge (L.38/2010) sono tenuti a possedere le competenze relazionali, che il Gruppo Geode ha definito nel concetto di “Spazio Relazionale”, che consentano loro di rapportarsi con la persona malata e la famiglia nel modo più adeguato possibile e di cogliere eventuali segnali di complessità emergenti nel corso dell’assistenza. Già da diversi anni i medici che lavorano in Cure Palliative, si sono avvalsi di uno strumento molto utile: la “Domanda Sorprendente”. Questo strumento è un’utile guida del pensiero dei medici nell’analisi del bisogni e nella programmazione e pianificazione degli interventi terapeutici e assistenziali per la persona malata.  Prendendo sputo da questo utile strumento medico, il Gruppo Geode ha cercato un altrettanto pratico strumento che potesse guidare il pensiero degli operatori negli ambiti di competenza.  Partendo dalla riflessione che è importante che l’equipe identifichi precocemente le famiglie e i pazienti che nel tempo dell’assistenza potrebbero manifestare difficoltà di tipo relazionale per valutare e pianificare gli interventi più appropriati è nata la Domanda Sorprendente Relazionale: “Saresti sorpreso se questa famiglia o il paziente avesse difficoltà emotive e relazionali nel percorso di cura e assistenza?”. Questa domanda è uno strumento specifico per l’equipe che viene guidata nell’osservazione della famiglia (persona malata e suoi familiari) da indicatori di complessità relazionale. Tali indicatori sono il frutto di un lavoro di ricerca condotto dal Gruppo Geode dal 2011. La ricerca ha coinvolto diverse equipe di Cure Palliative operanti in tutta Italia. Tale ricerca ci ha portato a evidenziare come possibili criticità la problematicità del contesto intrafamiliare; difficoltà personali o familiari in merito al processo di Consapevolezza e Accettazione; l’osservazione da parte dell’operatore di una elevata o preoccupante fragilità e sofferenza emotiva del familiare e del paziente; una maggior comprensione del caso dal punto di vista relazionale e psicologico. La “Domanda Sorprendente Psicologica” è invece uno strumento per lo psicologo dell’equipe che in Cure Palliative è chiamato a identificare e, dove possibile, prevenire le situazioni in cui ritiene utile un suo precoce intervento per la elaborazione del lutto durante il tempo dell’assistenza,
senza attendere il tempo dell’assenza: “Saresti sorpreso se questa famiglia o il paziente avesse difficoltà emotive e relazionali nel tempo dell’assistenza e se, dopo il decesso del paziente, avesse bisogno di un percorso di elaborazione del lutto?”. Non abbiamo ritenuto necessario identificare indicatori specifici in questo caso, ogni psicologo formato deve avere, grazie alla propria formazione professionale, strumenti specifici che lo guidano nella valutazione dei casi.” – Anna Porta, psicologa e psicoterapeuta dell’Hospice l’Orsa Maggiore di Biella

Interventi a sostegno dell’equipe di Cure Palliative

La dottoressa Porta ha partecipato alla discussione su un tema molto importante riguardante gli interventi a sostegno dell’equipe di CP. Da anni la dottoressa lavora su questo argomento in collaborazione con la Commissione psicologi della SICP (Società Italiana di Cure Palliative) ed è stata invitata ad esporre il proprio punto di vista rispetto alla supervisione psicologica in Cure Palliative. La supervisione è uno strumento nato nell’ambito della formazione di nuovi psicoterapeuti, mentre la supervisione di gruppi trova le sue prime applicazioni nell’ambito della salute mentale e della psicologia del lavoro. Per quanto riguarda le Cure Palliative, la supervisione psicologica non aveva un ambito di applicazione ben definito, ma veniva utilizzata come momento di sostegno agli operatori e di lavoro sui casi clinici. Su stimolo della legge 38/2010 e sulla necessità nascente di delineare le caratteristiche degli interventi a sostegno dell’equipe di CP, è stato costruito un documento che ha l’obiettivo di iniziare ad ordinare e definire questo tipo di interventi.  Le equipe di Cure Palliative sono multidisciplinari e interdisciplinari, al loro interno per buona prassi prima e per rispetto della legge in seguito, è stabilita la presenza di uno psicologo psicoterapeuta, con una formazione o un’esperienza in CP, con il compito di lavorare con i pazienti e i familiari, ma anche di operare in sinergia con l’equipe aiutando gli operatori nella gestione dei pazienti e delle famiglie dal punto di vista relazionale e psicologico.  Dalle ultime ricerche in campo internazionale è emerso che il tasso di burnout degli operatori è legato alla percezione dell’operatore di una propria incompetenza nella sfera relazionale più che all’ ambito lavorativo e per quanto riguarda le CP, questo tasso decresce ulteriormente rispetto ad altri reparti. Questi dati fanno sicuramente riflettere sull’importanza della formazione degli operatori e anche sull’utilità della presenza di uno psicologo nelle equipe che affianca gli operatori nella quotidianità del lavoro. La supervisione psicologica si presenta quindi come un intervento di uno psicologo esterno all’equipe che va a lavorare sulle dinamiche psicologiche del gruppo in momenti specifici e su bisogni specifici con progetti strutturati e contrattati con l’istituzione cui l’equipe appartiene. È molto importante che lo psicologo abbia esperienza di lavoro con in gruppi ed esperienza in Cure Palliative, che non appartenga all’istituzione ne che abbia rapporti di conoscenza con il committente o lo psicologo dell’equipe per evitare che il contesto perda quelle caratteristiche di neutralità che garantiscono da una parte la libera espressione dei vissuti degli operatori, dall’altra rendono il supervisione libero da vincoli e da preconcetti. È importante che il supervisore ponga grande attenzione alla richiesta avanzata perché rappresenta la parte manifesta della domanda latente che viene costruita con il gruppo nel corso degli incontri.

    • Progetto n.3: “Linguaggio d’organo e sintomi disturbanti in pazienti in cure palliative” – a cura di: dott.ssa La Pasta Filomena, medico dell’Hospice  e dott.ssa Ambrosio Raffaella, medico responsabile dell’Hospice l’Orsa Maggiore
    • Progetto n.4: “Raccomandazioni della SICP sulla sedazione terminale e documento del Comitato Nazionale Bioetico sulla sedazione palliativa: due documenti a confronto.” – cura di: dott.ssa La Pasta Filomena, medico dell’Hospice  l’Orsa Maggiore.

Condividi articolo

error: Contenuto protetto
Torna in alto