La nascita dell’Hospice “L’Orsa Maggiore” è avvenuta nel settembre 1998, per volontà del Presidente Mauro Valentini.
Alla sua costituzione, nel 1995, LILT Biella ha dato vita alla prima Unità di Cure Palliative Domiciliari formata da medici, infermieri professionali, psicologo, assistente spirituale e volontari che svolgevano gratuitamente il servizio su tutto il territorio biellese.
I più di 100 pazienti seguiti nei primi tre anni di attività e le oltre 3.000 ore di assistenza domiciliare rendevano evidente ciò che, nei paesi anglosassoni, era già una realtà consolidata da diversi anni, ovvero la necessità di garantire dignità, sollievo e umanità alle persone nella fase finale della vita.
L’esperienza di Vittorio Ventafridda
In Italia questo percorso aveva preso forma a partire dagli anni ’80 grazie all’opera e alla visione di Vittorio Ventafridda, medico pioniere delle cure palliative, che contribuì in modo determinante alla loro diffusione nel nostro Paese.
Ventafridda, attraverso il lavoro presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, aveva introdotto una nuova cultura del prendersi cura, basata non solo sulla cura del dolore fisico, ma anche sul sostegno psicologico, spirituale e relazionale del paziente e della sua famiglia. Il suo impegno ha portato alla nascita del primo hospice italiano, ha ispirato un movimento nazionale per l’umanizzazione delle cure e ha contribuito all’approvazione della Legge 39/99 che riconosce ufficialmente le cure palliative e l’importanza degli hospice come luoghi dedicati a offrire qualità della vita anche quando non è più possibile guarire.
L’idea dell’Hospice “L’Orsa Maggiore”
Anche a Biella l’esperienza dell’Unità di Cure Palliative Domiciliari aveva dimostrato che alcuni soggetti seguiti a casa avevano la necessità di un ricovero che non fosse però presso un ospedale, pubblico o privato, concepito per “curare”, e quindi non adatto ad accogliere questa tipologia di pazienti. L’idea alla base dell’Hospice prevedeva invece una struttura in cui i pazienti oncologici in fase avanzata potessero recuperare un’accettabile qualità della vita, potessero interagire con i propri affetti e affidarsi alle competenze medico-infermieristiche di un’équipe adeguatamente formata e caratterizzata da sensibilità e forte motivazione.
La realizzazione dell’Hospice è stata la prima importante impresa del Presidente Mauro Valentini. Ad affiancarlo, è stata fondamentale la figura del medico anestesista Dott. Piero Caucino – “padre della medicina palliativa biellese” come lo definiva proprio Valentini – con cui aveva costituito l’Unità Biellese di Cure Palliative Domiciliari.

Il progetto: tra visione e solidarietà
A settembre 1998, contestualmente all’inizio dei lavori, il progetto dell’Hospice “L’Orsa Maggiore” viene presentato ufficialmente prima alla cittadinanza e poi a tutta Italia grazie alla maratona televisiva di solidarietà “Trenta ore per la vita”: insieme al primo lascito testamentario ricevuto, alla Fondazione Famiglia Caraccio, ai Club Lions Biellesi e alla generosità di persone comuni e istituzioni pubbliche e private, la partecipazione al programma televisivo delle reti Mediaset permette di raccogliere i fondi necessari per coprire i costi di realizzazione dell’Hospice in un’ala all’interno dell’antico complesso edilizio “Belletti Bona”.
A febbraio dell’anno successivo iniziano ufficialmente i lavori sotto la guida del progettista Arch. Mario Porta.
Il nome “Orsa Maggiore” fu scelto per trasmettere il senso di un punto di riferimento importante per i pazienti e le loro famiglie, un’indicazione chiara e disponibile a tutti: come la stella che guida i marinai anche nella notte più buia, l’Hospice della LILT avrebbe saputo indicare la direzione e accompagnare coloro che stavano attraversando un momento difficile.

Inaugurata il 16 dicembre 2000, e operativa a partire dal 15 gennaio 2001, la struttura dell’Hospice prevedeva uno spazio di 600 mq disposto su due piani che si sviluppava attorno al nucleo centrale dell’infermeria tramite due corridoi su cui affacciavano 10 camere singole pensate per seguire le necessità cliniche del paziente, complete di bagno personale e di un letto “a scomparsa” per il famigliare che desiderava restare accanto al suo caro anche durante la notte.
Con l’obiettivo di favorire e proteggere l’importante mondo relazionale dei pazienti, nella struttura erano presenti anche alcune aree comuni (sala da pranzo e salottino) a disposizione degli ospiti e dei famigliari, una piccola biblioteca e un angolo attrezzato per bambini.
La prima equipe dell’Hospice “L’Orsa Maggiore”
Per la gestione dell’Hospice fu selezionato un team di lavoro appositamente formato dai Responsabili dell’Unità di Cure Palliative e da Ruth Burnhill, “nurse” inglese dall’elevata professionalità che aveva già collaborato all’apertura del primo Hospice italiano.

Facevano parte di questa équipe medici, infermieri professionali e OSS, una psicologa, un fisioterapista, un’assistente spirituale e due impiegate amministrative.
Oltre al personale sanitario, un’altra figura indispensabile all’interno dell’Hospice “L’Orsa Maggiore” è da subito quella del volontario: ruolo fondamentale nel creare un ambiente accogliente e sereno e per accompagnare con discrezione e umanità i pazienti e le loro famiglie durante l’ultima parte del percorso di malattia, offrendo ascolto, presenza e conforto.
L’evoluzione dell’Hospice “L’Orsa Maggiore”
Alla fine del 2000, l’Unità di Cure Palliative Domiciliari di LILT Biella confluisce nella Struttura Semplice di Cure Palliative dell’ASL di Biella di cui entra a fare parte subito anche la struttura dell’Hospice da poco inaugurata.
Negli anni successivi l’Hospice “L’Orsa Maggiore” si consolida come realtà di eccellenza e per questo diventa un punto di riferimento non solo a livello territoriale: vengono organizzati convegni su tematiche che riguardano anche l’aspetto culturale del servizio e, grazie ad una convenzione tra l’Università del Piemonte Orientale e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, master universitari orientati alla formazione del personale sanitario.
Vengono inoltre avviate iniziative importanti come il “Progetto Mercurio” di cui fu incaricata la Dott.ssa Anna Porta, psicologa e psicoterapeuta.

A luglio del 2017 l’Hospice della LILT viene trasferito al terzo piano dell’ala Ovest del nuovo Ospedale degli Infermi di Biella. Grazie ad una convenzione tra l’ASL-BI e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, LILT Biella continua a gestire attraverso il proprio personale l’Hospice cercando di preservare, seppur all’interno dell’ambiente ospedaliero, le caratteristiche distintive che lo rendono un servizio unico e un nodo fondamentale per la rete delle cure palliative sul territorio.