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Carcinoma Prostatico

Prostatectomia radicale, la radioterapia radicale e la sorveglianza attiva a confronto

Carcinoma prostatico: comparsi sul New England Journal of Medicine i risultati del primo trial randomizzato che confronta in termini di sopravvivenza e di tossicità la prostatectomia radicale, la radioterapia radicale  e la sorveglianza attiva, nel trattamento dei pazienti affetti da carcinoma prostatico.

I risultati del primo trial randomizzato sul New England Journal of Medicine

Finalmente sono comparsi sul New England Journal of Medicine (una delle più importanti e diffuse pubblicazioni di medicina al mondo) nel numero del 20 settembre 2016, i risultati del primo trial randomizzato che confronta in termini di sopravvivenza e di tossicità la prostatectomia radicale (ovvero intervento chirurgico), la radioterapia radicale (solo radioterapia)  e sorveglianza attiva, (nessuna terapia, solo osservazione) nel trattamento dei pazienti affetti da carcinoma prostatico.

Confronto tra chirurgia e radioterapia

Si tratta di due lavori scientifici comparsi contemporaneamente, un confronto serio e corretto tra chirurgia e radioterapia era atteso da anni. Finora erano utilizzati lavori prettamente chirurgici o prettamente radioterapici, con tutti gli inconvenienti del caso. Nel primo articolo [N Engl J Med. 2016 Sep 14.] viene analizzata la sopravvivenza confrontando i due tipi di terapia, nel secondo lavoro si confronta la tossicità, [N Engl J Med. 2016 Sep 14. ] ovvero i danni che entrambe possono arrecare, ricordo che non esiste terapia scevra da danni, ovviamente questi danni possono variare in  relazione al tipo di cura e alla sensibilità individuale.

Lo studio

Tra il 1999 e il 2009 un totale di 82.429 uomini con un età compresa tra i 50 e i 69 anni sono stati sottoposti ad esame del PSA, di questi 2664 hanno ricevuto diagnosi di carcinoma prostatico e 1643   hanno accettato di sottoporsi, tramite una scelta casuale, a sorveglianza attiva (545 pazienti), chirurgia (553) e radioterapia (545). Dopo ben 10 anni di osservazione i risultati sono molto positivi, la morte a causa della malattia è estremamente bassa ed emerge che radioterapia e chirurgia si equivalgono. Qui sotto è riportata la curva di sopravvivenza specifica per tumore, i dati sono a dieci anni. (fig.1) Nel confronto tra le varie tossicità correlate al trattamento i dati sono ancor più interessanti, la radioterapia si è dimostrata il trattamento vincente sia nel mantenere l’attività sessuale (fig. 2) che nell’incontinenza urinaria (fig. 3). Diverso il risultato per quanto riguarda la tossicità rettale ove la chirurgia si è dimostrata lievemente meno tossica della radioterapia (fig. 4).

Un lavoro svolto da radioterapisti e urologi

Questi risultato sono un riconoscimento ad un lungo e paziente lavoro svolto  da radioterapisti e urologi nella cura del cancro alla prostata. Mettono a disposizione del paziente due tipi di terapia entrambi con vantaggi e svantaggi ma con un ottima probabilità di guarigione. Spetta al paziente decidere quale dei due trattamenti effettuare. L’importante  è una corretta informazione da parte del medico.

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