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Ebola: il virus che nacque nei pressi del fiume

Un’articolo dedicato ad approfondire un tema che ha sconvolto le testate giornalistiche delle ultime settimane: il virus ebola.

Il Virus
Il virus Ebola comparve, per la prima volta, nel 1976 in due distinte località dell’Africa: a Nzara, nel Sudan Meridionale ai confini con la Repubblica Democratica del Congo, e a Yambuku nella Repubblica Democratica del Congo.
Quest’ultimo, è un villaggio nei pressi del fiume Ebola, da qui il nome del virus.
Dal 1976 al 2012 il virus si è diffuso prevalentemente nel bacino del fiume Congo con alcuni casi in Uganda, Sudafrica e Costa d’Avorio.

liberiaLa diffusione
Di recente, ha iniziato a diffondersi nell’Africa Occidentale interessando la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone.
Le notizie più recenti riferiscono la presenza del virus a Conakry, la capitale della Guinea, una città con più di due milioni di abitanti, nella quale sono state infettate circa 240 persone con oltre 140 morti.
A partire da marzo 2014, più di 1.300 persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone hanno contratto il virus Ebola e oltre la metà degli infetti sono morti.

Come di trasmette
La trasmissione del virus avviene tramite contatto con il sangue, le secrezioni ed altro materiale infetto proveniente da animali. Le specie animali africane in grado di infettarsi e che successivamente trasmettono il virus agli uomini sono scimpanzé, gorilla, pipistrelli, scimmie, antilopi delle foreste e porcospini.
Il contagio tra umani avviene tramite il sangue ed i liquidi corporei. Oppure tramite rifiuti organici contaminati dal virus. Come tutte le infezioni, sono sufficienti per la trasmissione piccoli tagli sulla cute o sulle mucose. Un’altra via di trasmissione, è il contatto tra il corpo della persona deceduta per il virus e coloro che partecipano alla cerimonia funebre, per l’abitudine di toccare il corpo del defunto. Le persone infette, anche se guarite, possono trasmettere il virus sino a 7 settimane dopo il ricovero.
Non sono infrequenti neppure le infezioni tra gli operatori sanitari, specie se questi ultimi non hanno preso le dovute precauzioni. Diversi casi di infezione con una forma attenuata di virus Ebola sono stati riscontrati tra persone che lavorano in allevamenti di scimmie e maiali.

Come si manifesta
L’infezione da Ebola si manifesta con febbre alta, intensa debolezza, dolore muscolare e mal di testa. Poco dopo compare vomito e diarrea, nel frattempo vengono compromesse le funzioni renali ed epatiche, in alcuni casi, può manifestarsi emorragia sia interna che esterna. La persona che ha contratto il virus è contagiosa sino a quando il virus sarà presente nel suo organismo. È riportato il caso di un uomo che aveva contratto l’infezione in un laboratorio, il virus è stato isolato all’interno del liquido seminale dopo 61 giorni dall’aver contratto l’infezione. Il periodo di incubazione, ovvero il tempo in cui il virus è già presente nell’organismo ma senza sintomi va dai 2 a 21 giorni.

Mortalità e intensità dell’infezione
L’infezione da Ebola è particolarmente virulenta con una mortalità che può superare il 90% delle persone infette.
Al momento non vi sono vaccini contro l’infezione da Ebola. Sono però in corso ricerche in questa direzione, vari vaccini sono stati testati ma al momento nessuno si è dimostrato efficace. Non esiste neppure un trattamento specifico per le persone infette con malattia conclamata. Si applicano i comuni presidi terapeutici come l’idratazione ed il controllo della febbre.
L’ospite naturale del virus è il pipistrello della frutta, una specie che vive nell’africa subsahariana, lungo il Nilo, nel subcontinente indiano, in Indonesia e nell’Australia nord orientale.
Ed è proprio dagli animali che inizia la lotta al virus tramite la profilassi per impedirne la diffusione, in particolare negli allevamenti di maiali e di scimmie.

La prevenzione in attesa del vaccino
Nell’attesa di un vaccino contro il virus l’educazione è l’arma vincente contro l’infezione, applicando le più comuni regole di igiene, sensibilizzando le persone che lavorano a contatto con animali potenzialmente portatori di infezione, ed informando sui rischi che si corrono nei contatti con altre persone, tenendo conto che il virus è presente in particolare nel sangue e nel liquido seminale. Chi vive in Europa non dovrebbe correre rischi di infezione, il rischio aumenta per le persone provenienti dalle zone infette, particolarmente migranti e turisti.

 

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