Un coltello “intelligente” aiuta il chirurgo nella lotta contro il cancro
Un coltello “intelligente” permette al chirurgo di capire se sta tagliando su tessuto malato o tessuto sano.
Questo nuovo mezzo per intervenire nella lotta contro i tumori si è dimostrato efficace al 100% nel primo studio svolto per testarne la validità. Il risultato dello studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science Translational Medicine. Lo strumento innovativo, battezzato con il nome di iKnife (intelligent knife) riassume la capacità di sezionare i tessuti dell’ettrobisturi e nel contempo di utilizzare la spettroscopia di massa (una tecnica in grado di identificare una modificazione nelle composizione delle molecole), riuscendo a riconoscere i tessuti malati da quelli sani.
Per capire le potenzialità di un simile strumento è bene fare una piccola premessa. La bravura del chirurgo oncologo consiste nell’asportare la massa tumorale senza lasciare residui di malattia nel paziente, i cosiddetti ”margini positivi”; una vera disdetta nell’asportazione di un tumore, infatti, margine positivo equivale ad aver lasciato parte della malattia all’interno del paziente, ovvero: l’intervento non è stato radicale.
In tal caso saranno necessarie delle ulteriori precauzioni, come la radioterapia per sterilizzare gli eventuali residui tumorali. La presenza di margine positivo non sempre è legata alla scarsa bravura del chirurgo, molte volte è insita nella sede in cui è situato il tumore, non è quindi possibile asportarlo completamente oppure è estremamente difficile riconoscerlo.
Quando il chirurgo incide i tessuti con un bisturi elettrico, il calore che si sprigiona dal bisturi vaporizza le cellule recise, e crea un “areosol” contenente frammenti di tessuto che sono, solitamente, aspirati via dal sistema di rimozione. Con iKnife, l’areosol viene raccolto e analizzato all’istante mediante la spetroscopia di massa ed è possibile verificare se i frammenti di tessuto sono cancerosi oppure no.
L’impatto sulla chirurgia oncologica potrebbe essere enorme perchè permette al chirurgo di sapere all’istante se sta rimuovendo tutto il tumore oppure se deve allagare i margini dell’intervento. Per esempio, nel 20% degli interventi di asportazione di un carcinoma mammario, i margini sono positivi, ovvero le cellule tumorali sono presenti sui margini esterni del tumore asportato, in questi casi è necessario radicalizzare, ovvero rioperare la paziente, questo però, non sempre è possibile.
Il “bisturi intelligente” è stato inventato da un medico ungherese, il dott. Zoltán Takáts che ora lavora presso l’Imperial College di Londra. I dati inseriti nel computer legato al bisturi intelligente sono stati recuperati e registrano ben 1624 lesioni cancerose e 1309 lesioni non tumorali. Lo spettro è unico per ogni tipo di cancro con i vari lipidi che costituisco i tessuti presenti in concentrazioni diverse. La capacità di confrontare il tessuto asportato con quelli presenti in memoria è rapidissima, la risposta arriva in circa 3 secondi. Tempi decisamente più ristretti rispetto a quelli tradizionali.
Si tratta sicuramente di un piccolo passo nella lotta contro il cancro ma con enormi potenzialità.