Incontinenza urinaria femminile: risolvila in modo efficace

Incontinenza urinaria femminile

La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta un’arma vincente nella prevenzione e nella cura dell’incontinenza urinaria femminile

Sono molte le donne che si sentono imbarazzate a causa dell’incontinenza urinaria. Un problema che crea vergogna e che spesso è un vero e proprio tabù di cui la maggior parte non parla nemmeno con il proprio medico curante.

Incontinenza e piccoli sforzi

L’incontinenza urinaria si presenta come l’incapacità di controllare volontariamente e trattenere l’emissione di urina. Questo comporta perdite anche piccole, soprattutto durante sforzi. Basta uno starnuto, un colpo di tosse, una risata, correre o ballare.

Se è vero che l’incontinenza è un problema tanto maschile quanto femminile, è altrettanto vero che l’anatomia degli organi femminili predispone più facilmente ad alterazioni dei meccanismi di tenuta dell’apparato sfinterico.

L’incontinenza urinaria femminile può manifestarsi per ragioni differenti a qualsiasi età: donne che hanno avuto uno o più parti, giovani nullipare che svolgono alcuni tipi di attività sportiva ad alto impatto sulla zona pelvica (atletica leggera, tennis, pallavolo, basket).

Un problema “nascosto”

I sondaggi statistici relativi all’incidenza di questo disturbo forniscono risultati spesso sottostimati. Infatti, da un lato ignorano i casi “nascosti” da imbarazzo e pudore – le donne troppo spesso si vergognano a parlare di un problema così intimo – dall’altro risentono di una sottovalutazione determinata da una scarsa conoscenza da parte di alcuni operatori sanitari.

I cambiamenti nelle relazioni sociali e nella sessualità

Il timore di non riuscire a trattenere l’urina, l’imbarazzo che gli altri se ne accorgano, il disagio di sentirsi bagnati, il ricorso a protezioni (pannolini), sono situazioni che causano tanta frustrazione e tendono a far modificare i contatti e le relazioni sociali. Gli stili di vita e il modo di vivere la sessualità cambiano e disturbano la qualità di vita di chi soffre di questo disturbo. 

L’incontinenza urinaria femminile e le disfunzioni del pavimento pelvico vanno visti come un problema da trattare senza imbarazzo e per il quale ci sono soluzioni.

Che cos’è il pavimento pelvico

Il pavimento pelvico è una losanga delimitata anteriormente dalle branche ischio-pubiche, posteriormente dal coccige, ai lati dalle tuberosità ischiatiche.

È costituito da strutture ossee e da tessuto connettivo, che rappresentano il supporto passivo, e da tessuto muscolare, che rappresenta il supporto attivo. Le ossa pelviche sono l’intelaiatura su cui si inserisce la muscolatura perineale e garantiscono un pavimento di sostegno a tutti gli organi pelvici (quali ad esempio, utero, vagina, vescica ecc.).

In parole semplici il pavimento pelvico è “la zona che poggia sul sellino della bicicletta”.

Quali sono le cause dell’indebolimento del pavimento pelvico?

Le alterazioni della funzionalità di questi organi può dipendere da diversi fattori: traumi e lesioni da parto, carenze ormonali della menopausa, fisiologici processi di invecchiamento, interventi chirurgici agli organi pelvici (isterectomia totale), diabete mellito ed alcune malattie neurologiche e urologiche. Oltre all’incontinenza urinaria e/o ai gas intestinali, questi fattori possono essere responsabili anche di prolasso genitale e disturbi sessuali.

I tre tipi di incontinenza

A seconda dei sintomi vi sono tre tipi di incontinenza: da sforzo, da urgenza, mista.

L’incontinenza da sforzo è dovuta a deficit della muscolatura del pavimento pelvico, della chiusura dell’uretra. Si manifesta quando aumenta la pressione addominale sulla vescica in occasione di sforzi fisici oppure quando si tossisce, si starnutisce, si ride.

L’incontinenza da urgenza è invece dovuta alla disfunzione dei muscoli della vescica; si manifesta con una sensazione di urgenza o bisogno improcrastinabile di urinare. Può essere causata da: instabilità del muscolo detrusore della vescica, problemi neurologici, interventi chirurgici agli organi vicini alla vescica (es. dopo isterectomia totale).

L’incontinenza mista comprende sintomi sia da sforzo che da urgenza.

È importante gestire il problema sin dal primo momento in cui si presenta. Molte donne incontinenti attendono molto tempo (a volte anni) prima di rivolgersi al medico curante o allo specialista, parlandone solo quando il problema si aggrava. Tale ritardo rappresenta l’ostacolo principale ad una cura ottimale.

L’incontinenza durante la gravidanza e il post partum

Anche durante la gravidanza o nell’immediato post partum molte giovani donne presentano questo disagio. La prevenzione e la comunicazione tempestiva del disturbo con un conseguente trattamento riabilitativo adeguato e mirato possono determinare un rapido recupero funzionale.

Come prevenire l’incontinenza urinaria femminile

Dal momento che i muscoli del pavimento pelvico sono muscoli volontari, possono essere allenati per renderli forti e tonici. La prima difficoltà da risolvere, sotto la guida di un esperto, sta nell’identificare selettivamente e contrarre in modo volontario questi muscoli, senza utilizzare i muscoli antagonisti (addominali, adduttori e glutei).

Una volta identificati questi muscoli, vengono insegnati esercizi specifici per la loro contrazione selettiva che va effettuata come se fosse una allenamento che va ripetuto in modo non eccessivo, ma in base alle indicazioni dello specialista.

Quali sono i vantaggi dell’allenamento dei muscoli pelvici?

La contrazione volontaria del pavimento pelvico limita il suo abbassarsi durante gli aumenti della pressione addominale (colpi di tosse, starnuti, sforzi, risate).

Gli effetti si riscontrano in diversi ambiti:

  • prevenzione del prolasso degli organi pelvici (utero, vescica, retto)
  • miglioramento della continenza urinaria
  • miglior piacere durante il rapporto sessuale

Fai il test e scopri se soffri di incontinenza urinaria femminile

Rispondi sinceramente e senza imbarazzo a queste domande:

  1. quante volte ti svegli di notte per andare in bagno?
  2. quando senti lo stimolo di urinare devi correre in bagno? Se sì, arrivi in bagno asciutta?
  3. ti capita di perdere gocce di urina durante una risata, un colpo di tosse, uno starnuto, un salto, una corsa o sollevando un peso? Se sì, quanta urina perdi?
  4. quando rientri dalla spesa o da una passeggiata ti capita spesso di avvertire un urgente e improcrastinabile bisogno di urinare appena inserisci la chiave di casa?
  5. utilizzi salva-slip, assorbenti, altro? Se sì, quante volte li sostituisci durante la giornata?

Quali esami si fanno in caso di incontinenza urinaria?

Se si è data un risposta affermativa anche ad una sola delle domande del test, è bene sapere che gli specialisti da interpellare possono essere diversi: urologi, ginecologi, fisiatri, geriatri, neurologi.

Per una diagnosi accurata sono necessari:

  • una buona anamnesi
  • visita medica
  • compilazione accurata del diario minzionale con la registrazione delle minzioni e degli eventuali problemi ad essa correlati
  • test del pannolino: viene indossato un assorbente di cui si misura il peso prima e dopo la rimozione per misurare la quantità di urina persa. Questo test si svolge nell’arco delle 24 ore e può essere fatto a casa.

Tra gli accertamenti diagnostici ci sono l’ecografia vescicale, utile a valutare la forma della vescica e per controllarne il completo svuotamento e l’esame urodinamico per la valutazione della funzionalità delle basse vie urinarie.

Vuoi risolvere un problema di incontinenza urinaria?

Prenota una visita presso l’ambulatorio per la riabilitazione del pavimento pelvico di LILT Biella.

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