Come prevenire il tumore del colon retto:
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Screening: cosa significa?
Innanzi tutto dobbiamo concordare sulla esatta definizione di screening, che sara’ la base della nostra discussione: indagine atta allo studio di un determinato organo, semplice, abbastanza sicura, accurata, efficace, relativamente poco costosa, per dimostrare una patologia in stadio precoce ovvero lesioni precancerose in soggetti sani, asintomatici, a rischio intermedio (Per il tumore del colon retto 50 anni senza famigliarità).
Carcinoma del colon retto: numeri
Nella classifica dei tumori più frequenti per gruppi di età il carcinoma del colon-retto occupa sempre posizioni elevate, variando nelle diverse età tra l’8% e il 14% negli uomini e tra il 5% e il 17% nelle donne.
Il tumore del colon retto rappresenta la seconda causa di morte per neoplasia in tutti i paesi industrializzati, ma e’ anche uno dei cancri maggiormente prevenibili, quando lo screening e’ condotta in maniera efficace. Infatti lo screening e’ in parte responsabile del progressivo declino nella incidenza di tale cancro(CRC) a partire dalla meta’ degli anni 80.Studi clinici di elevata qualita’ hanno inequivocabilmente dimostrato che lo screening ha comportato la riduzione della mortalita’ per tale grave e frequente patologia.
Intervenire con la prevenzione
A differenza dagli altri programmi di screening ,quali quelli per il tumore della prostata,mammella, polmone, che mirano ad una diagnosi precoce, quello del CRC si propone di dimostrare il cancro in una fase iniziale,ovvero lesioni precanecrose (polipi), che con la rimozione interrompono la sequenza polipo, cancro, responsabile di due terzi dei casi di neoplasia. Nonostante la dimostrata efficacia dello screening, in Italia soltanto il 40% circa della popolazione oggetto di studio aderisce agli inviti, e quindi rende meno costo- efficace tale tipo di intervento.
Programma di screening per il tumore del colon retto
Un metodo per migliorare l’outcome del programma di screening sarebbe offrire maggiore disponibilita’ sanitaria, compatibilmente con le limitate risorse economiche, ovvero offrire varie opzioni in base alle preferenze del soggetto ed alla dimostrata efficacia della metodica.
Diverse sono quindi gli esami proponibili in ambito di screening , di cui riassumeremo le principali caratterische:
- Colonscopia: è un esame che permette di visualizzare la parete interna del grosso intestino(colon) attraverso l’impiego di una sonda a fibre ottiche, inserita attraverso l’ano e fatta avanzare fino, se possibile, alla valvola ileo-cecale. Le fibre ottiche illuminano le pareti interne del colon attraverso le quali transita lo strumento e rimandano le immagini su uno schermo. La colonscopia trova indicazione per la diagnosi e la rimozione indolore dei polipi del colon, consentendo anche di effettuare una biopsia, cioè di prelevare un frammento di tessuto da inviare all’esame microscopico. L’esame viene in genere effettuato in sedazione cosciente attraverso la somministrazione di farmaci sedativi, analgesici-antispastici, che consentono di ottenere una lieve compromissione dello stato di vigilanza,senza tuttavia mai raggiungere la perdita della vigilanza e quindi compromettere le funzioni vitali, mantenendo un discreto grado di sicurezza, compatibilmente con la previsione di complicanze,che sono comunque molto rare.
- La Rettosigmoidoscopia : indagine endoscopica limitata allo studio del solo colon sinistro, dove si trova il 60% delle lesioni,e che deve quindi essere integrata dalla ricerca del sangue occulto per dimostrare le eventuali lesioni sincrone a monte non esplorate.
- Clisma opaco a doppio contrasto: è una tecnica radiologica effettuata dopo aver introdotto nel retto e nel colon attraverso un clistere una sostanza gessosa (chiamata mezzo di contrasto) contenente bario, un elemento radioopaco, che alla radiografia colora la parete intestinale di bianco consentendo di vedere con una migliore definizione la struttura della mucosa e di rilevare lesioni di dimensioni approssimativamente superiori al centimetro. Tale metodica e’ comunque andata in disuso per la sua scarsa accuratezza diagnostica e superata da altre tecniche piu sensibili.
- La tac colonscopia virtuale:E’ una tecnica radiologica meno fastidiosa rispetto alla colonscopia che con l’impiego dei raggi X consente di ottenere immagini degli organi interni come se fossero esaminati a fettine di uno spessore variabile da 0,5 a 3 centimetri. Softwares dedicati permettono di esaminare le pareti in modo virtuale ,quasi come nella endoscopia.Limiti della metodica sono:
- Accuratezza del 80% nel rilevare polipi inferiore a 5 mm
- Impossibilita’ alla rimozione dei polipi
- Riscontro di altre anomalie ,che impongono ulteriori indagini per la loro definzione
- Polipi inferiori a 6 mm vengono trascurati per convenzione.
- Risonanza magnetica (rm): metodica radiologica simile alla TC dalla quale si differenzia perché non impiega raggi X bensì onde magnetiche.
- PET (Tomografia ad emissione di positroni): tecnica diagnostica che sfrutta l’impiego di sostanze radioattive per dimostrare la localizzazione all’interno del corpo umano di costituenti naturali come il glucosio, che in elevate concentrazioni marcano la presenza di elevata attivita’ metabolica, caratteristica delle neoplasie in generale.
- La ricerca del sangue occulto nelle feci: metodica molto diffusa perche’ semplice, a basso costo, ma con limitata sensibilita’(posivita’ per i malati) variabile da 70 a 80% per il cancro, ma inaccetabilmente bassa,20-30 % ,per i polipi, con specifita’ (negativita’ fra i sani) di circa 80%.
- La dimostrazione di modificazioni del DNA fecale: metodo sicuramente promettente, ma attualmente ancora in fase di definizione clinica per la ricerca di target genetici piu’ predittivi di patologia.
Contenuti a cura del Dr. Sergio Peyre, Responsabile dell’ambulatorio di Colon Proctologia di SPAZIO LILT.
Perché scegliere Spazio LILT per la prevenzione dei tumori del colon retto
Perché i videocolonscopi dell’ambulatorio endoscopico di Spazio LILT:
- consentono di esplorare la mucosa in modo ottimale ottenendo immagini ad alta definizione
- sono integrati da cromoendoscopia virtuale per una migliore caratterizzazione dei margini e delle lesioni piatte non polipoidi che presentano maggior rischio di trasformazione e maggiore difficoltà di visualizzazione rispetto ai polipi tradizionali
- consentono una migliore caratterizzazione dei polipi minimi (<5mm).
Contenuti a cura del Dr. Sergio Peyre, Responsabile dell’ambulatorio di Colon Proctologia di SPAZIO LILT. La colonscopia riduce l’incidenza dei tumori al colon retto del 40-50 %. Prenota ora la tua visita di prevenzione>>
Fonti: Start Oncology, National Polyp Study